La gente adesso vuole sapere tutto dei personaggi della TV; la loro vita è accessibile in ogni istante con il reality, che da spettacolo diventa poi modello di vita. C'è una passione per l'uguaglianza, in cui la maggioranza schiaccia l'individuo (e con lui i suoi ideali). Chi guarda lo show è uguale a chi lo fa, o almeno crede di esserlo; e se non lo è si sforza di diventarlo, e si entra nella logica paradossale in cui chi è semplicemente come è, vale di più di chi ha studiato. Tuttavia sembrerebbe che chi non studia, oggi, abbia più possibilità di fare soldi e diventare famoso apparendo in tv!
Il cuore ideologico della comunità degli Amici della De Filippi, dentro e fuori lo schermo, è infatti l'autenticità intesa come normalità, cioè la convinzione che ciascuno sia “autentico” proprio perché è come tutti gli altri.
Perché i ragazzi dei reality possano mostrare tutta la loro autenticità e la loro normalità è necessario che qualcuno li guardi: senza la tv, e senza il reality stesso che con il pretesto di mostrarli in realtà li costruisce sequenza dopo sequenza, non esisterebbero. Con questa logica, diciamo pure, perversa, qualunque personaggio televisivo, anche se becero e ignorante, diventa importante, e uno scienziato o un bravo medico, perché non appare in tv, non conta nulla!
E' così che si arriva quindi all'appiattimento della società. Il noto giornalista Giovanni Sartori, nel suo testo “homo videns” scrive "c'è una caduta tendenziale del saggio di intelletto, per cui la televisione deve continuamente abbassare la qualità per alzare la quantità di spettatori". Questo è il paradossale dilemma!
Qualcosa di simile a iscriversi ad un gruppo su Facebook: è di dovere dichiarare qualcosa di sé, aderire o anche sabotare, dichiararsi pro o contro, ma comunque apparire e farsi vedere. E' questo un modo per volere colmare il vuoto spalancatosi nello spazio pubblico, creatosi proprio con questa finzione del reality?
+ = - una piccola equazione di un problema, e la società fa i conti col reality.
Aumenta(+) la finzione all'aumentare dei reality (e simili) e di pari passo anche l'omologazione (=) dell'individuo in cui ci catapulta la tv, che quindi a sua volta fa diminuire (-) l'autenticità di ognuno e la capacità di credere nei propri talenti.
E' la paradossale finzione del reality che ci porta a vivere in una realtà fittizia e che ci costringe a farci essere tutti uguali per farci accettare dalla società, vivendo come in TRUMAN SHOW e non credendo nei veri AMICI!
Ma per noi frequentatori di cogitoetvolo l'equazione va risolta e la soluzione è:
+: autostima, uso della testa e lettura di bei libri!
=: possibilità di farcela per tutti!
-: utilizzo di tv e socialnetwork!
E' così che andiamo contro alla ingiusta congiura degli uguali.
Pubblicato su www.cogitoetvolo.it
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