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Come è bello dire "grazie", ma sembra anche così difficile!

La commovente storia di Stefania, madre di un ragazzo diversamente abile, racconta il suo percorso: dal dolore iniziale, alla scoperta della fede, fino alla creazione di un ristorante e una WebTV in cui sono protagonisti ragazzi diversamente abili. Stefania è dell’Opus Dei. (Pubblicato su Opusdei.it)

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Questa storia mi dà molto da riflettere: oltre alle belle parole che dice Stefania, penso che nella mia vita sono molto fortunato: ho un cervello (più o meno) funzionante, ci sento, ci vedo, parlo, corro, cammino...

Questo video mi fa andare in profondità pensando a quante volte noi diamo tutto per scontato quando in realtà continuamente galleggiamo in una vita che non fa altro che regalarci cose che noi non abbiamo né fatto né meritato. 
Allora ringraziare non è un punto di arrivo dettato dalla buona educazione, ma un punto di partenza dettato dal buonsenso... Questo buonsenso che troppo spesso manca! 

Tutto in questa vita è un dono, persino quelle cose che crediamo di avere ottenuto noi con le nostre qualità. Forse che anche quelle qualità non ci sono state donate? Al massimo le abbiamo coltivate, custodite, affinate, e messe in gioco...
E...un amico che ci fa un favore, che ci ascolta, che ci consiglia...non dovremmo essere riconoscenti anche a lui?
Quanto fa bene al cuore dire "grazie". Dire almeno una decina di grazie in una giornata può essere il segreto del buon umore. Comincio io: grazie a tutti voi, amici, grandi amici (alcuni sono veramente grandi amici), parenti e...lettori e grazie anche ai conoscenti!



***

"La misura di ogni felicità è la riconoscenza. Tutte le mie convinzioni sono rappresentate da un indovinello che mi colpì fin da bambino. L'indovinello dice: "Che disse il primo ranocchio?". La risposta è questa: "Signore come mi fai saltare bene". In sintesi c'è tutto quello che sto dicendo io. Dio fa saltare il ranocchio e il ranocchio è contento di saltellare".

G. K. Chesterton

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