In una notte del 24 dicembre di un po' più di duemila anni fa Dio si affacciò dal balcone della luna per sentire il polso al mondo e lo trovò piuttosto debole, spento, cereo.
Dovunque trovava volti tristi, increspati, seri e stanchi.
Poi improvvisamente toccò una casa dove dentro c'erano volti distesi colmi di sorrisi: un bambino avanzava i suoi primi passi nudi e, attorno a lui, tutti avevano sguardi pieni, ridevano. Gli sguardi erano pieni di quella promessa che è la vita per chi comincia a camminare.
Allora per la prima volta Dio, geloso, cedette ad una tentazione: volle diventare come quel bambino.
Anche lui mosse i suoi primi passi nudi sul pavimento di quel mondo così ruvido e lo cambiò in sorrisi, come solo i bambini riescono a fare.
Natale è insegnare a questo Dio, così follemente bisognoso dell'uomo, a camminare per le strade belle e feroci di questo mondo.
Allora per la prima volta Dio, geloso, cedette ad una tentazione: volle diventare come quel bambino.
Anche lui mosse i suoi primi passi nudi sul pavimento di quel mondo così ruvido e lo cambiò in sorrisi, come solo i bambini riescono a fare.
Natale è insegnare a questo Dio, così follemente bisognoso dell'uomo, a camminare per le strade belle e feroci di questo mondo.
Grazie. Buon Natale.
RispondiEliminaRaimondo
grazie Ale! si si, non parliamo troppo!
RispondiEliminaGrazie, fratellone per aiutarci a pensare :-)
RispondiEliminaAuguri....Fabi