Come tenere 200 ragazzi di una scuola primaria e secondaria con gli occhi spalancati? A sei anni, è difficile riuscire a stupire per tante ore un bambino! Beh, tutti erano uniti da un solo motto: Learning in Harmony. Si tratta di una giornata di musica, maestra di vita! L'altro giorno alla Iunior Intenational Institute (www.iuniorinternational.it) hanno organizzato una mattinata aperta a tutti nella quale insegnanti, comunicatori e musici di diversi Paesi hanno dato note “note”… ad alunni e genitori su come e perché considerare la Musica parte della loro proposta scolastica.
Protagonisti della giornata erano gli strumenti: l’arpa, le percussioni di strada, il pianoforte, il violino, il mandolino, le chitarre, la batteria, il body tap…Come pensare di poter vivere l’armonia interiore e quella delle relazioni (affettive, sociali, istituzionali) senza un riferimento così importante, profondo e universale grazie all’accompagnamento di questi strumenti, suonati da talenti? Dimenticare il proprio talento è la vera minaccia alla nostra vita, perché è la vera minaccia alla nostra anima. Quando una persona parla del suo “talento” è capace di affascinare chiunque, perché è come una rosa fiorita: ti imbatti in lei e non puoi non guardarla, e se si chiedesse ad una rosa: che fai? Risponderebbe con il chi sono: la rosa. A questo dovremmo guardare.
Non si è trattato tanto di uno spettacolo quanto di una proposta di suggestioni sonore da esperire in diversi punti della Scuola: emissioni, brevi esecuzioni e interazioni con i presenti per conoscere il mondo di ogni strumento. Per una crescita in ..armonia!
Un giovane di 13 anni (III media) ha detto, al termine della giornata: io ho una sete di apprendere smisurata, e con queste iniziative la mia curiosità viene alimentata e cresce, e mi viene la passione di fare le cose! Con oggi i miei occhi occhi ardono di scoperta. Non so però come faccio a mantenere vivo l’interesse e a realizzare me stesso l'anno prossimo che cambio scuola! Ho avuto la fortuna di assistere a questa giornata musicale magica, non si poteva che rimanere lì, incantati dal talento di queste persone, meravigliati" Questo è ciò che io chiamo imparare: 200 ragazzi dai 6 ai 13 anni con gli occhi fissi, puntati sullo strumento in azione, in silenzio, ammirati. Imparare a vedere nel silenzio: condizione per cui le cose siano sé stesse e tradiscano il segreto volto che nascondono. Ho visto a tratti gli occhi accendersi e cominciare a fare esperienza della musica: l’unica cosa capace di rendere il suono esperienza. Niente effetti speciali, niente spiegazioni sulla bellezza, solo esibizioni ben viste e suoni ben ascoltati. Poi finalmente qualcuno ha esclamato, “Però bello questo!”. Segno che la bellezza l'hanno appresa.
Devi suonare una cornamusa nel cortile della scuola per poi trovare un giardino intero di alberi e piante che neanche nei giardini botanici. Potresti trovare un giardino pieno di cose di altri mondi come in quello spazio a cui Ariosto si deve essere ispirato per la sua Luna d’oggetti smarriti. Potresti trovare una fontana di pietra circondata da un pergolato o semplicemente un albero di limoni come quelli di cui scrisse il poeta. Potresti trovare un eden intero dietro un portone di un palazzo e ti scroscerebbe dentro al petto, come gli orti dove Leonardo si riposava mentre inventava il Rinascimento dipingendo una Cena.
La iunior era estasi in quel giorno, tutto era dietro a quella musica, dentro il teatro, nei cortili...
Ora ogni studente dovrebbe saperlo di avere una scuola dentro la cassa toracica.
Basta accordargli l’amicizia discreta di un musicista, cioè di uno che ascolta, e aspettare che ti apra il petto, come quelle facciate che dissimulano le loro inattese corti.
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