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Chiesa omofoba? Charamsa la "butta in caciara"

Il prete fa coming out e tutti a dire "che bravo!". Poi si scopre che cinque giorni prima aveva già fatto le foto da piacione su riviste e ha in uscita un libro.
Raramente scrivo pareri su questioni simili, perché sono sempre molto complessi e vasti, per cui ne parlo a voce con chi vuole. Ma...qui si tratta di fare chiarezza bene, e non buttarla in caciara facendo discorsi qualunquisti.
La questione qui è molto chiara e precisa. nessun giudizio, ma solo alcune considerazioni per chiamare le cose con il loro nome.

Caro Monsignor Charamsa‬,

Non è che la Chiesa Cattolica sia omofoba. E’ lei che non è cattolico.

Non mi indigna minimamente il fatto che lei si sia dichiarato gay, le sue preferenze sono fatti suoi e nessuno può permettersi di giudicare gli orientamenti sessuali altrui. Anzi, li rispetto.
Non mi ha colpito neanche più di tanto la circostanza che lei, come il più volgare dei traditori, abbia fatto scattare le sue esternazioni ad orologeria proprio alla vigilia dell’apertura del Sinodo sulla famiglia né mi ha scandalizzato il fatto che si sia fatto immortalare dai fotografi abbracciato al suo fidanzato.
Si sa, certe strumentalizzazioni sono proprie di una certa mondanità.

Qui il problema non è che lei sia gay, qui il problema è che lei abbia un fidanzato.

Quello che mi indigna veramente non è che lei abbia una relazione omosessuale, quello che mi indigna è che lei abbia una relazione.
Quello che è intollerabile è che lei, nella sua condizione di presbitero della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, ha creduto possibile condurre, parallelamente e di nascosto fino a ieri, una relazione sentimentale “more uxorio” con un’altra persona.
Lei è esattamente nella stessa posizione di un qualsiasi altro prete dall’orientamento eterosessuale che scelga di vivere una storia sentimentale con una donna.
Quando ha scelto la strada del sacerdozio era perfettamente consapevole che l’appartenenza alla Chiesa Cattolica è incompatibile con la possibilità di avere una vita sentimentale privata, indipendentemente dal fatto se questa sia una relazione omo o eterosessuale.
Conosceva bene le regole di quella stessa Chiesa che lei, senza costrizione alcuna, ha spontaneamente abbracciato.

E l'altro giorno, sputando veleno su quelle regole, ha sputato nel piatto in cui per tanti anni, ha mangiato. Come se una persona che decidesse di fare il calciatore pretendesse di giocare con le mani, accusando poi l’arbitro di pregiudizio nel sanzionare chi decidesse di farlo.

Vede, Monsignor Charamsa, lei verrà verosimilmente e giustamente ridotto dall’autorità ecclesiale allo stato laico, ma questo per lei non sarà un gran problema, visto che già da tempo, nella sua vita privata, aveva smesso di essere un sacerdote.

Nessuna persecuzione omofobica, nessun pregiudizio; né verso di lei né verso altri.
Si è trattato solo di un prete che non voleva esserlo più!

P.s. Non metto foto di proposito, siamo bombardati ovunque da immagini che immortalano il faccione del presbitero. 
P.s.2. La Chiesa non condanna gli omosessuali, la Chiesa li accoglie. Il punto è chi pratica l'omossesualità, quella, come ogni atto sessuale "sregolato" è da prendere come aspetto da correggere.

Commenti

  1. eppure mi sembrava di averla già vista in rete questa lettera aperta...

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