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Quando la scienza dimostra il falso


di Alessandro Cristofari, 16 maggio 2103
Tutto ciò che si dice essere scienza è sempre vero?

Mercatornet Italia ha pubblicato un articolo in cui si citano alcuni scienziati che hanno falsificato le loro teorie per diversi anni.

Un esempio è quello di Diederik Stapel, Preside della Facoltà di Scienze Sociali e Comportamentali all’Università di Tilburg, nei Paesi Bassi, che ha pubblicato articoli sulla base di dati falsi per oltre 15 anni in tre università. 


Stapel infatti ha scritto tre studi, ripresi abbondantemente dai mezzi di comunicazione, che hanno reso noto il suo lavoro acquistando una certa fama: nella rivista Science ha affermato che in un ambiente sociale deteriorato, le persone hanno più probabilità di essere razziste; in Psychological Science ha affermato che le posizioni di potere negli ambienti di lavoro aumentano i tassi di infedeltà tra uomini e donne; infine in un altro studio ha affermato che i vegetariani sono più felici e più socievoli dei mangiatori di carne.


Nel 2011 alcuni esperti hano notato delle irregolarità presenti nelle sue pubblicazioni. La sua reputazione è rapidamente precipitata e Stapel ha ammesso di avere falsificato i suoi dati e manipolato i risultati della ricerca.

Pentito per il suo comportamento, Stapel ha recentemente affermato sul New York Times: «La gente pensa che gli scienziati siano come monaci di un convento in cerca della verità. La gente ha perso la fede nella Chiesa ma non ha perso fiducia nella scienza. Il mio comportamento dimostra che la scienza non è santa».

E nella ricerca medica? Studi manipolati possono portare a trattamenti inefficaci o dannosi. Il chirurgo britannico Andrew Wakefield ha pubblicato una ricerca sulla rivista The Lancet nel 1998 che “ha dimostrato” l’esistenza di un legame tra il vaccino morbillo-parotite-rosolia e l’autismo. Questo ha terrorizzato i genitori e i tassi di vaccinazione sono diminuiti in modo significativo. Ma Wakefield aveva falsificato i risultati. Di conseguenza molti più bambini in Gran Bretagna hanno contratto malattie potenzialmente fatali.

Pubblicato su Doc.info

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