Un mio amico tempo fa mi diceva che le persone sensibili hanno una marcia in più. Vero...lo scopro sempre di più quanto sia vero. Ma è della stessa verità anche il fatto che chi è sensibile soffre di più situazioni complicate di relazioni, amicizie, affetti, rapporti umani, ingiustizie ecc ecc.
Quello che sto imparando a fare per me è sottoporre spesso il cuore ad un esame. E’ un esame che si può fare senza bisogno di medici, ha il vantaggio di essere gratis, ma può essere doloroso, quello si.
Come funziona? Si prende il cuore, lo si svuota, si filtra il contenuto. Lo si esamina. Ed ecco che dalla composizione chimica risulta ciò per cui si vive. Si, perché ognuno di noi, che lo dichiari o no in modo esplicito, con le parole, vive per qualcosa o qualcuno: ciò per cui sarebbe disposto a giocarsi tutto il resto. Al punto tale che darebbe veramente via tutto pur di tenere quel qualcuno o quel qualcosa.
Tu per cosa o per chi daresti via tutto?
A questa domanda risponde, se si ha la pazienza e il coraggio di sottoporsi, l’esame cardiologico.
Il risultato in genere è costituito da pochi, pochissimi direi, componenti chimici dominanti, benchè il liquido all’inizio appaia un miscuglio privo di un colore, tante sono le altre scorie presenti, che però, isolate, non sono mai di una percentuale rilevante. I risultati sono privati, come credo è giusto che sia. La letteratura medica segnala le componenti riscontrate più spesso: il nome/i di qualcuno, il proprio nome, il lavoro, i soldi, il successo, il potere… In base all’elemento/i dominante/i si possono prevedere e prevenire eventuali infarti…
Qualsiasi elemento emerga, l’esame dimostra che si vive d’amore e di amori (quindi tutti i nessi e connessi: affetti, amicizie, carità, fraternità).
Una volta un cardiologo esperto ha detto: dimmi cosa o chi ami e ti dirò chi sei e quanto vivrai…
Quello che sto imparando a fare per me è sottoporre spesso il cuore ad un esame. E’ un esame che si può fare senza bisogno di medici, ha il vantaggio di essere gratis, ma può essere doloroso, quello si.
Come funziona? Si prende il cuore, lo si svuota, si filtra il contenuto. Lo si esamina. Ed ecco che dalla composizione chimica risulta ciò per cui si vive. Si, perché ognuno di noi, che lo dichiari o no in modo esplicito, con le parole, vive per qualcosa o qualcuno: ciò per cui sarebbe disposto a giocarsi tutto il resto. Al punto tale che darebbe veramente via tutto pur di tenere quel qualcuno o quel qualcosa.
Tu per cosa o per chi daresti via tutto?
A questa domanda risponde, se si ha la pazienza e il coraggio di sottoporsi, l’esame cardiologico.
Il risultato in genere è costituito da pochi, pochissimi direi, componenti chimici dominanti, benchè il liquido all’inizio appaia un miscuglio privo di un colore, tante sono le altre scorie presenti, che però, isolate, non sono mai di una percentuale rilevante. I risultati sono privati, come credo è giusto che sia. La letteratura medica segnala le componenti riscontrate più spesso: il nome/i di qualcuno, il proprio nome, il lavoro, i soldi, il successo, il potere… In base all’elemento/i dominante/i si possono prevedere e prevenire eventuali infarti…
Qualsiasi elemento emerga, l’esame dimostra che si vive d’amore e di amori (quindi tutti i nessi e connessi: affetti, amicizie, carità, fraternità).
Una volta un cardiologo esperto ha detto: dimmi cosa o chi ami e ti dirò chi sei e quanto vivrai…
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