L'adolescenza è una fase complessa, segnata da trasformazioni fisiche, emotive e sociali. Tuttavia, negli ultimi anni, si è registrato un aumento preoccupante dei disagi tra i giovani italiani, che spesso si traducono in ansia, depressione, disturbi del comportamento e forme di ribellione o dolore che non sempre trovano una voce.
Secondo i dati più recenti, oltre 16 milioni di italiani soffrono di disturbi psicologici, con un incremento del 6% rispetto al 2022. Il disagio è particolarmente acuto tra i giovani: il 49,4% tra i 18 e i 25 anni ha dichiarato di aver sofferto di ansia o depressione, spesso in relazione a eventi traumatici come la pandemia.
Tra le manifestazioni più evidenti e preoccupanti del disagio giovanile troviamo:
Autolesionismo in cui molti adolescenti, incapaci di esprimere il proprio dolore emotivo, ricorrono a forme di autolesionismo, come tagliarsi o procurarsi lividi. È un grido silenzioso, spesso nascosto, ma estremamente diffuso. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, circa 1 adolescente su 10 ha compiuto almeno un atto autolesivo nella vita.
Secondo i dati più recenti, oltre 16 milioni di italiani soffrono di disturbi psicologici, con un incremento del 6% rispetto al 2022. Il disagio è particolarmente acuto tra i giovani: il 49,4% tra i 18 e i 25 anni ha dichiarato di aver sofferto di ansia o depressione, spesso in relazione a eventi traumatici come la pandemia.
Tra le manifestazioni più evidenti e preoccupanti del disagio giovanile troviamo:
Autolesionismo in cui molti adolescenti, incapaci di esprimere il proprio dolore emotivo, ricorrono a forme di autolesionismo, come tagliarsi o procurarsi lividi. È un grido silenzioso, spesso nascosto, ma estremamente diffuso. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, circa 1 adolescente su 10 ha compiuto almeno un atto autolesivo nella vita.
Vandalismo: il disagio si può manifestare anche in modo aggressivo e distruttivo verso l’esterno, ad esempio attraverso atti vandalici. Scritte sui muri, danni agli edifici scolastici o urbani non sono solo atti di ribellione, ma anche segnali di un malessere profondo, di un’identità in crisi che cerca attenzione, appartenenza o riscatto.
Disturbi alimentari: le statistiche segnalano un aumento del 10,5% degli accessi al pronto soccorso per disturbi alimentari tra i minori.
Dipendenza da social media e isolamento: quasi 100.000 studenti tra 11 e 17 anni mostrano segnali compatibili con dipendenza dai social.
Il disagio dei giovani non nasce nel vuoto. Spesso è il risultato di aspettative troppo alte, di famiglie in crisi, di una società che premia l’apparenza più che l’essere. Un adolescente che si fa del male o distrugge ciò che ha intorno non va giudicato, ma capito. Serve ascolto, presenza e, soprattutto, educazione emotiva.
Disturbi alimentari: le statistiche segnalano un aumento del 10,5% degli accessi al pronto soccorso per disturbi alimentari tra i minori.
Dipendenza da social media e isolamento: quasi 100.000 studenti tra 11 e 17 anni mostrano segnali compatibili con dipendenza dai social.
Il disagio dei giovani non nasce nel vuoto. Spesso è il risultato di aspettative troppo alte, di famiglie in crisi, di una società che premia l’apparenza più che l’essere. Un adolescente che si fa del male o distrugge ciò che ha intorno non va giudicato, ma capito. Serve ascolto, presenza e, soprattutto, educazione emotiva.
Infatti anche le famiglie vivono un momento di grande fragilità. I genitori, spesso assorbiti da ritmi di lavoro frenetici o da problemi economici e relazionali, si trovano a gestire figli con disagi sempre più complessi, ma con strumenti sempre più limitati. Molti si sentono soli, inadeguati o impreparati ad affrontare temi come l’autolesionismo, l’ansia, o l’uso eccessivo dei social. Di fronte a figli che parlano sempre meno e urlano sempre di più attraverso il silenzio, le porte chiuse o i gesti estremi, tanti adulti si sentono disarmati. È qui che la rete sociale – scuola, servizi, comunità – dovrebbe intervenire, non per sostituirsi alla famiglia, ma per sostenerla. Perché il benessere dei giovani parte da adulti presenti, formati e meno soli.
Dobbiamo imparare – come genitori, formatori, insegnanti e cittadini – a vedere davvero i giovani, non solo per ciò che fanno, ma per ciò che provano. Perché dietro un gesto estremo, c’è spesso una richiesta di aiuto che non ha trovato altre vie.
L’adolescenza non è solo una fase turbolenta, ma anche una grande opportunità: è il momento in cui si costruisce l’identità, si definiscono valori e si imparano gli strumenti per affrontare la vita. Accompagnare i giovani, oggi più che mai, significa essere fari nella nebbia del loro smarrimento. Non possiamo spegnere i loro disagi con il silenzio o l’indifferenza. Possiamo, però, accenderli di speranza con l’ascolto, la comprensione e l’amore.
Dobbiamo imparare – come genitori, formatori, insegnanti e cittadini – a vedere davvero i giovani, non solo per ciò che fanno, ma per ciò che provano. Perché dietro un gesto estremo, c’è spesso una richiesta di aiuto che non ha trovato altre vie.
L’adolescenza non è solo una fase turbolenta, ma anche una grande opportunità: è il momento in cui si costruisce l’identità, si definiscono valori e si imparano gli strumenti per affrontare la vita. Accompagnare i giovani, oggi più che mai, significa essere fari nella nebbia del loro smarrimento. Non possiamo spegnere i loro disagi con il silenzio o l’indifferenza. Possiamo, però, accenderli di speranza con l’ascolto, la comprensione e l’amore.
Ciao Alessandro! Grazie per questa riflessione. Ho una figlia adolescente ed è davvero difficile riuscire a trovare degli accordi, delle situazioni di armonia e di dialogo costruttivo. Siamo in una società veloce e comoda e purtroppo i nostri ragazzi vengono un po’ “abbandonati” su alcune situazioni. Erano altri tempi, ma quando eravamo piccoli noi eravamo comunque indirizzati e seguiti in altro modo. Ce la si farà sicuramente ma bisogna scavare a fondo la nostra pazienza e la nostra voglia di metterci in gioco che è sempre piena di mille cose da dare e da fare. Dai, forza! Saluti
RispondiEliminagrazie caro. Sorpreso di leggerti, bello sapere che mi segui. ti abbraccio forte e ti faccio un forte in bocca al lupo. il mio consiglio è di creare una rete di famiglie con cui potersi spalleggiare e collaborare.
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