Passa ai contenuti principali

Questione di inquadrature: così comprendi la vita altrui

L'adolescenza, la giovane età, è il periodo dell'esistenza in cui si sceglie ciò per cui vale la pena vivere! Tutti sono chiamati a qualcosa...e la realtà è la pietra di paragone per capire che limiti e che punti forza si hanno e quindi per scoprire per chi e cosa viviamo!
Convinto di ciò e per permettere questo i ragazzi devono imparare ad uscire un po' da loro stessi (estasi), altrimenti rimangono ristretti in quel giro di cose che danno solo conferme su ciò che non si sa e quindi non si scopre nulla di nuovo!
Cosa c'è di meglio di una visita a persone malate? Disagiate? L'esperienza mi dice che i ragazzi, dopo un primo tentennamento, reagiscono bene, sono contenti perchè si accorgono di rendere felici persone che sono meno fortunate di loro. Con la sola compagnia e dialogo, spesso non corrisposto per via della malattia. Regalare un sorriso a chi difficilmente lo ha fa andare in estasi...Andare in estasi è pericoloso!

Pensiamo a due innamorati: passano il tempo a guardarsi l'un l'altro, come inebetiti...Beh, la verità è che sono innamorati! Vivono in estasi! Si nutrono di guardare l'altro, perché l'altro li contiene!
Quindi ecco perché se non si ha l'estasi nel quotidiano, bisogna procurarselo artificialmente! Fin dove la vita non ti dice chi sei e cosa ci stai a fare, e sei chiuso nel mondo tuo con le tue cose, l'e(x)stasi te lo devi procurare...Ho esperienze di tanti ragazzi che trovano nella vita il vero estasi partendo da queste esperienze ed arrivano ad abbandonare l'altro exstasi: capiscono che bisogna essere alla ricerca di quell'io che ci è stato dato e tornare ad affascinarsi anche delle cose del quotidiano!

Dico sempre ai ragazzi che la vita è come un film... ognuno di noi vive il suo film ed è venuto su questa terra a raccontare la sua storia. E' una questione di inquadrature. Infatti se inquadri da lontano un uomo che per strada cammina e ad un tratto scivola e cade a terra, è divertente, viene da sorridere. Ma poi se ti avvicini, e zoommi, non è più divertente perchè si vede il dolore di una persona che si è fatta male, e magari si è fratturata qualcosa...
Per comprendere la propria vita e quella altrui viene richiesto sforzo di osservare sempre attraverso la doppia inquadratura... Così quando prendi qualcosa troppo sul serio riesci a sdrammatizzare e magari anche a riderne e a conservare un po' di buon umore.E invece quando prendi qualcosa troppo poco sul serio scopri che devi fermarti e comprenderla, riflettere e andare a fondo...
Di eventi drammatici e tristi è piena la vita: vecchi, malati, persone sole, tristi… che aspettano me. Io posso veramente fare la differenza. Insegniamo questo ai ragazzi giovani, perché rispondo solo bene: ed arrivano a farsi le vere domande della vita. Provare per credere.

Commenti

  1. Insegnare ad amare è il servizio più grande che possiamo fare ai giovani perché è il segreto della felicità e di una vita ben vissuta.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

A tutti i giovani: quando l'anima è pronta, allora le cose sono pronte. Emozioni e talenti fanno dell'essere umano una persona

L'altro giorno abbiamo tenuto al Centro Culturale ELIS un corso di orientamento allo studio e all'università e al lavoro. Una buona partecipazione, circa 40 ragazzi e ragazze. Molti di loro (un'altra buona percentuale è determinata) sono più preoccupati di fallire, accomunati dall'idea che in Italia non si trova lavoro... Inoltre, tali sono le pressioni dell’ideologia stritolante del successo come riconoscimento della folla, che la paura finisce con l’offuscare la chiarezza della loro vocazione professionale che si è mostrata almeno parzialmente nel corso di 13 anni di scuola, i più importanti in questo senso.  Ragazzi, ricordate sempre che il successo non è negli occhi degli altri, ma nell’essere se stessi. La scuola spesso allena a superare prove e non alla vita, a cui ci si allena solo con una progressiva conoscenza di se stessi (limiti e talenti) e scelte conseguenti.  Shakespeare scriveva che “ quando l’anima è pronta, allora le cose sono pronte ”. La

Tablet e bambini: istruzioni per l'uso (II pubblicazione)

di Alessandro Cristofari, 16 maggio 2014 Mentre dagli Stati Uniti  arrivano notizie allarmanti  sulla nostra quasi totale dipendenza dagli smartphone e dalle app, l'ultima ricerca su un campione di 1.000 internauti che aprono app di benessere, fitness e salute dal proprio cellulare evidenzia che un intervistato su quattro consulta questi programmi più volte al giorno e non può più farne a meno, dal Cohen Children's Medical Center di New York piomba una notizia in totale controtendenza: nell'apprendimento dei più piccoli, bocciate le app educative. Molto meglio il dialogo e i giocattoli tradizionali.   Uno smacco "digitale" per tutti quei genitori iper-tecnologici che si vantano dell'abilità dei propri figli con smartphone e tablet prima ancora che sappiano parlare. Secondo il team di scienziati di New York c'è invece da preoccuparsi, perché i dispositivi con touchscreen non solo non fanno imparare più in fretta, ma rischiano di fare da

Da pornodiva a fervente cattolica, la commovente storia di una conversione

La carriera Claudia Koll , classe ’65, ha frequentato il Liceo Classico e Quattro anni di studi in Medicina all'università di Roma, perché voleva diventare Psichiatra. Quando aveva deciso di dedicarsi alla carriera artistica, Claudia Koll frequentava il Drama Course, ha preso lezioni di Danza professionale e di canto. Ebbe il primo ruolo di attrice protagonista nel film erotico di Tinto Brass "Così fan tutte" del 1992 che fa scalpore, ma da allora ebbe un'improvvisa celebrità e le si spalancarono le porte della fiction televisiva. E così poi la carriera di Claudia Koll si iniziò a snodarsi poi tra il cinema, il teatro e la televisione, ripassa il copione e resta sul set fino a tardi. Adora la cioccolata, tutte le sere andava in palestra, prima di addormentarsi legge sempre e le piacciono molto i libri gialli. Claudia Koll fu fra i protagonisti dello sceneggiato "Il Giovane Mussolini", a fianco di Antonio Banderas, nell’ormai lonta