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L'amicizia non cresce da sola: che significa essere amici?

I veri amici si contano sulle dita di una o due mani. Quelli a cui posso dire tutto e da cui posso aspettarmi di tutto, ma chi sono i veri amici? Sono quelli di cui mi posso fidare ciecamente e a cui concedo l’accesso al tesoro più grande che possiedo, la mia intimità. Quelli che essi stessi sono un grande e inestimabile tesoro. E' così per te che leggi? Perché se non fosse così, ecco l'obiettivo di questo articolo: lavorarci su...La vita acquista un sapore molto buono se abbiamo veri amici!
Eh sì, l’amicizia è una delle esperienze più belle che una persona possa fare. Per capire quanto sia vera questa affermazione, provate a immaginare un mondo senza amici. Se anche riusciste a raffigurarvelo, sareste in grado di vedervi felici in un mondo del genere?
E’ molto probabile che la risposta a questa domanda sia un “no” deciso, a riprova che è impossibile vivere senza amici, e questo per un semplice motivo: l’amicizia risponde ad uno dei desideri più profondi del cuore umano, cioè quello di amare e di sentirsi amato. Questa è la chiave della vita.
Sull’amicizia si è scritto tanto nel corso del tempo.
Lewis la considera uno dei quattro amori, assieme all’affetto, all’eros e alla carità. E Goethe paragona gli amici a ciò che riempie il giardino della nostra vita: “Il nostro mondo appare più vuoto se lo immaginiamo solo pieno di montagne, fiumi e città. Però sappiamo che da qualche parte c’è qualcuno che è in sintonia con noi, qualcuno con il quale continuiamo a vivere, sia pure in silenzio. Questo, e solo questo, fa sì che la terra sia un giardino abitabile”.
Sono parole bellissime, che richiamano alla mente quelle di Calvino, il quale nelle Città invisibili paragona la nostra vita all’inferno dei viventi che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme e che molte volte è fonte di sofferenza.“Due modi ci sono per non soffrirne – afferma lo scrittore italiano –. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.
Come non pensare all’amicizia come una di queste risorse preziose da riconoscere, far durare e a cui dare spazio?

Avere amici non è facile e ancora più difficile è esserlo; lo sappiamo per esperienza.
Quante amicizie finiscono perché ad un certo punto l’altro non soddisfa più i nostri desideri? Ma, c’è da chiedersi, che amicizia è quella che ci tiene uniti ad un’altra persona solo perché questa ci fa stare bene? In un rapporto del genere quanto c’è di amicizia vera e quanto invece di bisogno di colmare i nostri vuoti affettivi? Perché se non ci amiamo e non ci accettiamo con tutti i nostri limiti e lati oscuri, difficilmente riusciremo a vivere amicizie autentiche e soprattutto libere. E...sempre di più, crescendo, ci accorgeremo che siamo pieni di limiti e lati oscuri a noi stessi. Beh, che importa? Non fa niente, Chi ci ha creato ci ha creato co difetti di fabbrica volontariamente. Dobbiamo starci e accettarlo!
Ma ecco che il momento più nobile e autentico di un’amicizia si raggiunge infatti quando davanti all’amico posso mostrare le mie ferite e i miei limiti senza timore di essere giudicato. Fino ad allora non c’è vera amicizia, ma solo il bisogno di riconoscimento, cioè di qualcuno che mi dica “tu sei bravo”. E un’amicizia così è destinata, prima o poi, a naufragare.
Il primo passo è quindi quello di imparare ad essere amici di se stessi.
Ma non basta. Bisogna andare oltre e comprendere il senso di un’amicizia intesa come dono di sè, perchè solo così essa potrà durare a lungo, anche per sempre.
Probabilmente starete pensando che l’amicizia di chi si dona completamente, di chi non cerca il proprio tornaconto ed è capace di dire all’amico “sono contento che tu esista così come sei”, sia difficile da ottenere, se non addirittura impossibile da trovare.
In effetti è indubbio che di amici così ce ne sono pochi e quando abbiamo la fortuna di avere un amico autentico si rafforza in noi la convinzione di avere trovato un vero e proprio tesoro. Ma è anche vero che non è poi così difficile diventare noi stessi tesoro per gli altri.

Come fare allora a trasformare le nostre amicizie in relazioni solide e profonde, belle e indistruttibili?
Il segreto sta nell’impegno a farla crescere andando oltre la semplice spontaneità: l’amicizia come dono richiede un costante esercizio di generosità, lealtà, stima, comprensione, prudenza, fortezza, umiltà, fiducia. In altri termini richiede che crescano in noi quelle che Aristotele chiama virtù umane.
D’altra parte, se ci pensiamo bene, è anche logico che sia così. Abbiamo detto che l’amicizia autentica, come ogni forma di amore, esige il dono di sè all’altro. Ma come possiamo pensare di donare noi stessi senza fare i conti con la nostra tendenza innata a voler ricevere le attenzioni degli altri piuttosto che essere noi a darne? Sarebbe un’impresa difficilissima. Per questo ci vengono in aiuto le virtù, come gli esercizi atletici senza i quali nessuno sportivo sarebbe capace di migliorarsi costantemente. Basti pensare che questo dono si esprime, per esempio: nell’offerta della propria interiorità, sapendo dare qualcosa di sé all’amico; e questo richiede umiltà, senza la quale diventa molto difficile permettere ad un’altra persona di entrare nella nostra intimità; nell’accoglienza dell’altro così come egli è, il che presuppone una notevole capacità di comprensione; nella benevolenza rivolta a cercare innanzitutto il bene dell’amico; e sappiamo per esperienza quanto sia difficile pensare al bene altrui prima di ogni tornaconto personale. 

Fidarsi è bene, e tra amici è ancora meglio!
Abbiamo visto alcuni dei diversi modi in cui si puó manifestare il dono dell’amicizia. Ma ce n’è ancora uno che, probabilmente, è quello che più di ogni altro caratterizza un autentico rapporto di amicizia: la fiducia. E' un elemento fondamentale, imprescindibile, senza il quale non può esserci amicizia. Di un amico mi devo fidare. Sempre. Se non mi fido fino in fondo allora non siamo veri amici.
Certo, c’è sempre il rischio che l’amico tradisca questa fiducia. Ma non posso rimanere immobile per questo motivo, così come sarebbe assurdo smettere di respirare per paura dell’aria inquinata.
E poi il cuore umano è fatto per amare, e se non ama qualcuno finisce per rinchiudersi in se stesso.
Insomma, l’amicizia è una esperienza vitale per la nostra felicità. Certo, non è facile difenderla e mantenerla intatta nel corso degli anni. E’ un tesoro e, come tutti i tesori, va custodito dagli attacchi dei ladri che vogliono rubarlo. Può darsi che sia un tesoro difficile da individuare e proteggere, perchè l’amicizia non è visibile come può esserlo uno scrigno che contiene diamanti: è un tesoro che, come ha scritto uno dei partecipanti all’incontro di cui vi parlavo prima, si trova nell’invisibile legame che congiunge le anime degli amici.
O, se vogliamo utilizzare le parole di uno dei libri più belli che la storia ci ha lasciato, l’essenziale è invisibile agli occhi; e l’amicizia fa parte di ciò che nella vita di una persona è essenziale.
Per questo è impossibile farne a meno. Peggio: sarebbe inumano.

Come si coltiva un'amicizia? Bisogna "inventarsi momenti per stare insieme, crearli. Tutte le situazioni vanno create, quelle in cui ci si trova "per caso" non valgono! Bisogna investire tempo. Se esco prima da scuola o da lavoro, quel tempo in più a disposizione come lo investo? Passo il tempo "cazzarando"? (così si dice a Roma)
Nella settimana oltre che nei tuoi luoghi di lavoro, passi il tempo con quei tuoi amici speciali? Li vai a trovare a casa? Condividete una passione assieme? trovate il tempo per portare avanti un progetto, uno studio insieme in contesti diversi dall'ufficio o dalla scuola? Cosa so dei miei amici? (domanda che porta a tante altre domande) So chiedere consiglio ad un amico? E...so dare consigli? Sapendo che le risposte spesso non le troviamo in formule già preimpostate, ma...ci insegna la vita, il buon senso, la nostra esperienza...la nostra conoscenza della persona che abbiamo davanti! Ascolto con interesse? Correggo? l'ultima volta che sono andato a fare due passi con un mio amico? E...quando gli ho telefonato l'ultima volta solo per sentirlo? So ridere e divertirmi con i miei amici? E...so investire il tempo a fare le stesse cose che faccio solitamente anche da solo, con qualcuno?(tornare da lavoro con un amico, pranzare, andare a comprare una cosa...)
Queste possono essere tutte domande da farsi per capire come siamo messi in amicizia!
Non si impara mai definitivamente a farla, ogni momento della vita è valido per cominciare! Io sto ancora imparando. E...ho visto gente cominciare a 50 anni. Quindi: dai, buon lavoro!

Articolo di Saverio Sgroi riadattato da me.

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