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«V» come Vangelo

Può una semplice app conquistare i giovani al Vangelo, aiutandoli a vivere alla luce della Parola? È la scommessa di VitaminaV, recentissima app creata da Alessandro Cristofari.

Intervista di Sabina Fadel 
12 febbraio 2021

Da quindici anni si dedica alla formazione, umana e cristiana, di giovani e ragazzi. Organizza conferenze e seminari, laboratori e iniziative di volontariato. Ha lavorato in uffici stampa (dal cinema al no profit), ha scritto per alcune testate e ha firmato quattro libri. Ha insegnato nella scuola primaria e secondaria, come supplente e docente di sostegno. È stato pure social media manager per diverse aziende e oggi il suo campo d’azione è il settore immobiliare. Un corollario di esperienze davvero prezioso, che Alessandro Cristofari (romano, classe 1986, terzo di sette figli) ha messo a frutto nella sua recentissima fatica: una app pensata per i giovani, di semplice utilizzo e ricca di contenuti, presentati in modo vivace e accattivante sin dal nome: VitaminaV, dove quella «V» finale sta per «Vangelo».

«VitaminaV ha debuttato agli inizi dello scorso novembre – esordisce Cristofari – con lo scopo di aiutare i giovani a prendere consapevolezza che la loro vita (e ciò che accade ogni giorno) possono viverla con Gesù, parlandone con lui. Trae origine dalla mia personale passione per il Vangelo e dalla necessità
di far conoscere Cristo ai giovani attraverso la sua “biografia”, dalla quale, appunto, si evince come la nostra fede ruoti tutta attorno alla vita di un Dio che si è fatto uomo ed è disposto a dare la vita per ciascuno di noi, come se fossimo l’unica creatura sulla terra. Un Dio che ci ama come nessun altro».

Msa. In nemmeno tre mesi la app è stata scaricata più di 2 mila volte. Nel 57 per cento dei casi gli utenti sono uomini e i download sono avvenuti, oltre che dall’Italia, da Svizzera, Spagna, Irlanda e Stati Uniti. A che cosa si deve, secondo lei, questo successo?
Cristofari.
Credo dipenda dal fatto che la app consente di riscoprire un po’ alla volta quel Gesù «vivo» che esce dalle pagine del Vangelo. Mostra la vitalità di un uomo di carne e ossa, che gira impolverato per le strade di Palestina, che incontra donne e uomini veri, che partecipa alla loro vita, si commuove per loro. Che quando apre bocca non è per dettar regole, ma per suggerire come si può essere un po’ più felici. Il contesto di oggi è pesante, faticoso… Si sente il bisogno di vivere momenti di gioia vera e questa si sperimenta in un rapporto autentico con Gesù.

Ma ai ragazzi di oggi interessa ancora Gesù Cristo?
La mia esperienza dice di sì. O meglio: ai ragazzi di oggi non interessa un Gesù finto, retorico, maestro di morale, fonte di buoni sentimenti, ma sono ancora affascinati da un cristianesimo vivo. E la fede è, appunto, qualcosa di vivo e in continuo movimento. I giovani hanno bisogno di fare esperienza di scelte libere e di una fede personale conquistata anche con domande e risposte intimamente proprie. Ci sono domande che ci accompagnano per tutta la vita e che nascono proprio a questa età: «Ma sarà vera tutta questa storia di Dio? E se fosse solo un auto-convincimento? E se si trattasse solo di suggestione psicologica?». Siamo esseri umani e creature in perenne ricerca.
Perché proprio una app per far conoscere il Vangelo?
Mi occupo di formazione umana e cristiana da quindici anni, e in questi anni ho conosciuto il mondo e il linguaggio dei ragazzi, e ho pensato (confrontandomi anche con altri formatori) a uno strumento che potesse essere sempre a portata di mano e che guidasse sulle domande di fondo della vita. E cosa se non il Vangelo commentato a portata di cellulare?

I giovani che cosa hanno dimostrato di apprezzare maggiormente in questa iniziativa?
Che lo strumento proposto aiuta a comprendere l’importanza del Vangelo non solo per la vita spirituale dei santi, ma per tutti e per l’intera società. La risurrezione di Gesù segna infatti il cammino di tutta la nostra civiltà. Persino le fiabe a lieto fine che abbiamo ascoltato da bambini presuppongono il Vangelo, perché in esse il bene trionfa sempre; in altre culture le storie che si tramandano rappresentano avventure epiche con esito incerto. La frequentazione col Vangelo favorita dalla app, inoltre, porta a capire che in esso davvero ciascuno può riconoscersi. Le miserie degli apostoli e dei discepoli sono descritte impietosamente nella Scrittura. Non c’è niente di mitico. Tutto è di un realismo che rende evidente l’autenticità del racconto. Un contatto continuo col Vangelo, allora, aiuta davvero a cogliere come Gesù non sia un superman, ma uomo e Dio allo stesso tempo. Un Dio, però, che serve. Un re che non manda gli altri a morire per lui ma muore lui per gli altri. La bellezza dei Vangeli non è forse conosciuta a sufficienza, perché la cultura dominante tende a ignorarli, eppure sono un capolavoro di comunicazione che tutti sono in grado di capire e che riempie il cuore. Io vorrei che la vita di tutti, soprattutto dei più giovani, fosse un po’ più allegra, avvincente, autentica e piena. E il Vangelo insegna proprio questo.

Come si è sviluppato il progetto?
Quando ho maturato l’idea della app, un paio di anni fa, ho cominciato a riflettere sui contenuti e ho pensato di creare uno staff di venti persone che conoscessero bene il mondo dei giovani e la Scrittura, e ho chiesto a ognuno di commentare (in dieci mesi) alcuni brani. Nel frattempo, io ho lavorato sulle storie di santi che potessero affascinare il lettore e da cui potesse prendere ispirazione. La parte più complessa è stata quella della programmazione: trovare un bravo programmatore che sposasse il progetto e fosse disponibile a lavorare per questa iniziativa non è stato semplice. E così pure fare il lavoro di editing dei testi che via via mi arrivavano. Alla fine, in un anno e mezzo, il prodotto è stato realizzato grazie alla buona volontà di chi ha preparato i commenti al Vangelo, al programmatore e al grafico. Sono molto contento di aver messo insieme delle persone a lavorare su un progetto condiviso che credo potrà fare molto bene a tanta gente!

Con quale criterio sono stati scelti i testi?
La scelta dei testi è stata dettata da più fattori: ciò che mi sembra importante che si conosca della vita di Cristo e di coloro che hanno vissuto con Lui, e poi i brani che per me nella vita sono stati rivelatori, fondamentali. Inoltre l’idea è quella di poter leggere in futuro i brani in modo consequenziale, così da avere tutta la storia raccontata dagli evangelisti completa e commentata. Piano piano lo sto facendo, ma ci vorrà del tempo. Ma il punto è che il Vangelo apre un mondo in cui è bello stare e di cui non ci si stanca mai. È un film sempre nuovo e appassionante.

I testi della Via crucis e anche alcuni itinerari di preghiera sono tratti dagli scritti da san Josemaría Escrivá de Balaguer.
San Josemaría Escrivá ha aperto una nuova strada di santificazione nella Chiesa, ricordando che tutti gli uomini possono raggiungere la santità compiendo il loro lavoro e i loro impegni quotidiani con spirito cristiano. In altre parole, che la vita di tutti i giorni, le attività comuni, sono cammino di santificazione. Giovanni Paolo II lo nominò «il santo dell’ordinario», una definizione che mi sembra incredibilmente attuale.

Quali sono gli obiettivi futuri?
L’idea è quella di arrivare a commentare tutti i brani del Vangelo. Che questo strumento possa diventare davvero un riferimento per tantissimi. Che la VitaminaV possa accompagnare per tutta la vita il cuore di tanti e possa continuare a dare energia… sempre nuova. E poi, chissà?, non escludo collaborazioni con altre app o iniziative.

Clicca qui per andare all'articolo originale.


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