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Fedez, Zan, Rai...facciamo il punto

Chiedo al lettore di armarsi di santa pazienza, vorrei dedicare una stesura completa sul caos venutosi a creare riguardo le dichiarazioni di Fedez sul DDL Zan e entrare nel merito del disegno di legge che tanto si sta sponsorizzando. La posta in gioco è assai seria, per cui chiedo di essere seri, studiare la cosa e andare a fondo. Nel 2021 la velocità conta più della ponderatezza, e i follower determinano attendibilità di chi parla. Ma la verità è che nelle cose, soprattutto se c'è di mezzo l'essere umano, serve applicare studio e un po' di competenza.

Andiamo per passi:

1. Cosa è successo a Fedez nel concertone del 1 maggio? 

In queste ore, l’intervento di Fedez al Concerto del Primo Maggio è tra gli argomenti più caldi. Anzi, diciamolo: l’argomento clou, trend topic su Twitter, al centro di commenti e condivisioni su bacheche di Facebook e post Instagram. Ma cosa è successo, esattamente? 

Fedez era presente nella scaletta del Concertone, con una serie di brani inediti e il duetto, insieme a Francesca Michielin, nella canzone sanremese, Chiamami per nome.

Nel pomeriggio, come riportato da TvBlog, Fedez condivide il suo malumore e sconcerto perché, secondo quanto raccontato, avrebbe dovuto far avere il testo del suo intervento per essere approvato, prima di pronunciarlo dal palco del Primo Maggio. Ecco le parole del rapper, condivise sui social

È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica, approvazione che purtroppo non c’è stata in prima battuta o meglio, dai vertici di Rai 3 mi hanno chiesto di omettere dei partiti e dei nomi e di edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente. Come ci insegna il Primo Maggio, nel nostro piccolo dobbiamo lottare per le cose importanti. Ovviamente da persona libera mi sono assunto tutte le responsabilità e le conseguenze di ciò che dico e faccio.

Secondo quanto emerso nel pomeriggio a poche ore dall'inizio del concerto, il rapper aveva nei piani un monologo per parlare del ddl Zan, nel quale sarebbero stati presi di mira non solo i partiti politici contrari al disegno di legge, ma anche il Vaticano.

Intanto, si avvicina il momento dell’intervento sul palco di Fedez. E, quando il cantante sale, inizia ad interpretare i suoi pezzi più recenti. 
Ad un tratto, emozionato, con le mani tremanti, Fedez inizia chiedendo a Mario Draghi più attenzione nei confronti dei lavoratori dello spettacolo, la stessa attenzione dimostrata nell’intervento sulla questione Superlega.

E poi, cita il ddl Zan, sostenuto nei giorni scorsi anche da numerosi volti del mondo dello spettacolo. Si tratta di un disegno di legge contro l’omotransfobia, che ha lo scopo di tutelare ogni cittadino dalla discriminazione, per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Per lo meno così viene descritto, ma tra poco esporrò bene di cosa si tratta.

diventare concreta questa tutela, chiesta da anni da alcuni. E lo fa, sottolineando come la vicedirettrice di Rai 3 avrebbe considerato “inopportuno” il contenuto del testo. Il rapper fa nomi e cognomi di esponenti politici (Lega in primis) che, negli anni, avrebbero pronunciato frasi chiaramente omofobe. Le
riporta, le rilegge a voce alta sottolineando la gravità di certe dichiarazioni. 
Una nota della Rai ha poi smentito di aver attuato una forma di censura o di richiesta di accettazione del suo discorso previsto sul palco del Primo Maggio (“Né la Rai né la direzione di Rai 3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto”).

E, a quel punto, Fedez, sempre via social, ha voluto condividere l’audio della telefonata avuta con esponenti Rai, prima del suo discorso sul palco del Concertone.
La Rai smentisce la censura.
Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria Capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad “adeguarmi ad un SISTEMA” dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi (link alla telefonata 
https://twitter.com/Fedez/status/1388597928177160201).

Questi i fatti raccontati.

2. Poi, il 2 maggio direttore di Rai 3 pubblica questo post, dove in realtà emerge che Fedez non la racconta tutta sulla vicenda della Rai:
Questo l'audio a originale (non tagliato) a cui fa riferimento il numero uno di Rai 3. 

Morale: la Rai non voleva censurare ( e quindi il comunicato della Rai non è falso come viene sostenuto dal rapper), ma non riteneva opportuno fare nomi e cognomi su frasi attribuite (e false) di persone note, tutt'al più non riteneva opportuno parlare di questo tema in un concerto di un determinato tipo semplicemente perchè non c'entrava nulla. 
Azzardo: e se fosse stato architettato questo caos contro la Rai per riorganizzare i vertici della rete? Questa è una mia ipotesi, che mi rendo conto essere un poco azzardata, ma... chissà!
Si dice che Fedez sia la prima voce a sollevarsi a favore il ddlZan, il rapper critica e attacca, ma senza contraddittorio persone che non approvano la legge dandone le loro ragioni.
Credo che ci sia inoltre un problema nella questione Fedez (e company): la volontà di trattare temi complessi semplificando i ragionamenti e banalizzando la complessità. Unica soluzione è il dialogo senza ideologia altrimenti è scontro tra tifoserie. 
Inoltre chiunque di noi ha sentito un po' di canzoni del rapper italiano, ricorderà tanti testi in cui Fedez si diverte a fare alcuni sfottò alla categoria gay, con tanto di nomi...

Infine, per curiosità personale, vi invito a vedere questo video che spiega brevemente se è possibile per la legge registrare una telefonata e renderla pubblica al mondo all'insaputa dell'interessato.

3. Ora che abbiamo analizzato la vicenda Rai- Fedez e capito che si fa propaganda come fosse smalto per unghie su un qualcosa che riguarda la vita delle persone, entriamo nel merito, cosa dice il disegno di legge Zan. Premetto che in questo articolo non si entra nel merito dell'omosessualità e sulla approvazione o meno delle coppie gay, ma si analizza la legge Zan, che per altro non vuole tutelare i gay, ma fa ben altro come vedremo.
Chiedo però di uscire da ogni appartenenza politica, religiosa, o personale, e valutare il tutto con senno e oggettività tutelando la verità e la libertà (la verità vi farà liberi, diceva Qualcuno).
In queste 9 pagine scarse trovate la legge completa che invito tutti a leggere per bene, per conoscere esattamente di cosa si tratta.

Bene, ora che avete letto la legge, credo che troviate qualcosa di più che una semplice legge sulla discriminazione verso persone gay.
Infatti è così. Se non vi fosse chiaro il perchè, vi linko questo video in cui Pillon spiega a Fedez perchè (da avvocato e genitore, prima che senatore) ritiene ingiusto il disegno di legge Zan.
Mi direte: ma Pillon è della Lega che attacca il disegno di legge. Ok: vi segnalo allora anche la testimonianza di Marco, gay che motiva la sua disapprovazione della legge contro l'omotransfobia. 
Anche Platinette non approva questa legge, in una intervista dice:
Non mi piace l'arroganza con la quale si tenta di imporre a tutti ciò che è ovvio e che tutte le persone ragionevoli e razionali sanno, cioè che non devono esserci discriminazioni o aggressioni di nessun tipo sulla base dell'orientamento sessuale".
Sul fatto che il ddl Zan si propone di combattere e punire queste discriminazioni Platinette risponde: "Non sono d'accordo. La legge non risolve questi problemi perché tutte le norme possono punire ma non educare. Per le aggressioni esiste già il codice penale mentre se vogliamo considerare offensivo e persino reato l'utilizzo di un linguaggio anche dissacratorio o imporre come diktat ad esempio la dicitura 'genitore 1' o 'genitore 2', ecco tutto questo mi fa paura. Sono leggi liberticide, da Germania dell'Est". 
"Poi rivendico il diritto di dire che l'utero in affitto è una pratica aberrante, con i figli ridotti a un prodotto che si ordina e poi si ritira dopo nove mesi" prosegue. "È una violenza inaudita sulle donne ridotte a fare figli per conto terzi e non basta dire che ci sono alcune che scelgono di farsi pagare perché magari sono persone povere e quindi costrette a fare questo. In ogni caso, posso avere la libertà di dire che è una pratica abominevole? Molte donne lesbiche che fanno parte della comunità Lgbt si sono ribellate all'utero in affitto perché la considerano qualcosa di violento e maschilista".

Ancora: un video di Povia (che sappiamo tutti essere ateo e non appartenente ad alcun partito politico) che risponde a tutte le affermazioni di Fedez dando le sue ragioni sul perchè ritiene il decreto legge errato. 

Il ddl Zan è un provvedimento inutile: l’ Italia non è affatto un paese ostile alle persone omosessuali, né secondo le graduatorie europee dei Paesi “gay-friendly”, né tantomeno nei dati relativi agli episodi di aggressione a persone omosessuali. I dati degli Osservatori sono molto chiari, in merito. Ci sono alcuni episodi, certamente da condannare, ma non sono certo prevalenti; sono molto più numerose le violenze sulle donne o sui minori, tanto per fare un confronto, che vengono regolarmente perseguite, anche aspramente, nell’ attuale quadro normativo. Infatti le norme attuali sono perfettamente in grado di colpire già oggi con maggiore forza eventuali episodi di violenza di questo tipo, ad esempio inserendo le aggravanti “per futili motivi”, senza dover inventare una nuova fattispecie.

Io non conosco gente che ha paura dell’omosessualità. Conosco gente che ha una sua opinione in merito, un po’ più articolata e complessa di quella che va di moda. Questa gente, se esporrà la propria idea o se si opporrà a che certe teorie vengano insegnate nelle scuole, rischia il carcere, o come minimo una querela che è sempre una gran seccatura e uno spreco di tempo e soldi.
Perciò, non chiamiamolo ddl antiomofobia, chiamiamolo ddl ANTIOPINIONE. Giusto per essere onesti e corretti. Inoltre  il ddl Zan infatti può essere un'emergenza solo per i privilegiati - a livello mediatico ed economico, sia chiaro - che non hanno i problemi veri della stragrande maggioranza del Paese, piegata soprattutto in questo ultimo difficilissimo anno.

In secondo luogo il ddl Zan è dannoso perché ideologicamente orientato ad imporre un punto di vista sulla realtà, cancellando posizioni differenti. La totale incertezza giuridica del cosiddetto “reato di omofobia” rende l’ applicazione della legge estremamente incerta, affidata all’ interpretazione del giudice, esponendo così legittime affermazioni di libertà di opinione al rischio di essere tacciate di omofobia: se affermo che un bambino ha diritto ad un papà e ad una mamma sono omofobo oppure no? Se sostengo che non è legittimo “reperire” all’ estero un figlio partorito su commessa da una donna sono omofobo? Mai il Sen. Zan ha risposto con chiarezza a domande di questo tipo: si potrebbe finire dritti dritti in tribunale.

Che il ddl Zan sia dannoso lo conferma l’ impianto propagandistico e rieducativo di tante parti del testo, che non si limita a chiedere pene più pesanti per atti concreti di violenza (reali, non di opinione), ma costruisce tutta una serie di attività di “propaganda gender” (la giornata nazionale del 17 maggio, i corsi nelle scuole, anche a bambini di dieci-dodici anni, la “rieducazione” di chi viene condannato) che evidentemente servono condizionare le libere opinioni, più che a proteggere le eventuali vittime.

Esiste gia legge che punisce qualunque tipo di discriminazione. 
Il rispetto significa non discriminare e però ammettere che qualcosa è sbagliato o non è bene non è discriminazione.

Il ddl Zan non è un semplice legge contro discriminazione, fa un enorme torto alla verità e soprattutto abolisce il diritto di opinione.
Il tema è assai più complesso del semplice buonismo che acceca la antropologia e la libertà personale.
Misericordiosi si, ma buonosti no.

Misericordia e giustizia vanno insieme. La libertà è una roba serissima. No giudizi e invece libertà per tutti in modo indistinto in cui ognuno può pensare quello che vuole senza imposizioni di nessuno (con rispetto da tutte le parti), questo rende il mondo più bello e giusto.

Qui non si tratta di negare diritti e tutela a persone quando ne hanno bisogno; si tratta invece di rifiutare una legge che rischia di diventare un tribunale ideologico liberticida, senza alcuna reale tutela nei confronti delle persone omosessuali. Cosa succederà alle prossime persone omosessuali che hanno pubblicamente condannato l’ utero in affitto, e che sono state ferocemente accusate di omofobia da tante associazioni e leader LGBT e da opinion leader di vario genere? Verranno portate in tribunale, per il reato di omofobia previsto dal ddl Zan? Ripensateci, soprattutto voi che sedete in Senato (ma anche chi ha già votato alla Camera): siete ancora in tempo.

Servono pene più adeguate per le discriminazioni? Allora lavoriamo (alla pari per tutti) su pene più adeguate, ma questo DDL non approviamolo, è ideologico!

La misericordia senza giustizia non è misericordia, è buonismo. E tutto diventa opinabile.











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