Benedetto XVI, Giovanni Paolo II e la formazione cristiana. Lettera pastorale del Prelato dell'Opus Dei
Il cristianesimo non è solo una “buona notizia”, una comunicazione di contenuti, ma una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. Queste parole di Benedetto XVI (Spe Salvi) aprono la lettera pastorale incentrata sulla formazione cristiana e la nuova evangelizzazione scritta da Mons. Javier Echevarría, Prelato dell'Opus Dei, e pubblicata sul sito della Prelatura .
La lettera prende l'avvio dall'impegno di Papa Benedetto XVI per la formazione dei cristiani, specialmente nel campo della cosiddetta nuova evengelizzazione per cui è stato costituito un apposito Pontificio Consiglio. In particolare la lettera riprende le parole pronunciate dal Papa durante la GMG di Madrid in cui incoraggiava i giovani "a dare testimonianza della fede nei più diversi ambienti, anche là dove c’è rifiuto o indifferenza. Non si può trovare Cristo e non farlo conoscere agli altri. Pertanto non riservate Cristo solo per voi. Comunicate agli altri la gioia della vostra fede. Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ne ha bisogno certamente Dio". Facendo affidamento sugli insegnamenti di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (con diversi riferimenti al Concilio Vaticano II), la lettera si sviluppa su cinque filoni principali: la formazione umana, quella spirituale, la formazione nella dottrina cattolica, la formazione all'apostolato e quella professionale. Nella convinzione che
"il mondo oggi ha bisogno di donne e uomini che con la loro condotta quotidiana diano la testimonianza silenziosa ed eroica di tanti cristiani che vivono il Vangelo senza compromessi, compiendo il loro dovere" (link) la lettera invita a riflettere sulla formazione cristiana come cammino necessario per crescere nella fede. Come scrisse Giovanni Paolo II: «sempre più urgente si rivela oggi la formazione dottrinale dei fedeli laici, non solo per il naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma anche per l’esigenza di “rendere ragione della speranza” che è in loro di fronte al mondo e ai suoi gravi e complessi problemi. Si rendono così assolutamente necessarie una sistematica azione di catechesi, da graduarsi in rapporto all’età e alle diverse situazioni di vita, e una più decisa promozione cristiana della cultura, come risposta agli eterni interrogativi che agitano l’uomo e la società d’oggi» (link al discorso). La lettera descrive così il senso della formazione cristiana che il Papa sta promuovendo con la sua azione infaticabile, e tratteggia lo spirito e le modalità con cui questa formazione è promossa dalle attività spirituali che la prelatura dell'Opus Dei offre a tanti cristiani interessati ad approfondire il proprio rapporto con Dio. Lo scopo è quello di cogliere pienamente l'invito di Benedetto XVI, all'inizio del suo ministero petrino:"non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi, dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con Lui". Per approfondire: vedi testo integrale della lettera.
La lettera prende l'avvio dall'impegno di Papa Benedetto XVI per la formazione dei cristiani, specialmente nel campo della cosiddetta nuova evengelizzazione per cui è stato costituito un apposito Pontificio Consiglio. In particolare la lettera riprende le parole pronunciate dal Papa durante la GMG di Madrid in cui incoraggiava i giovani "a dare testimonianza della fede nei più diversi ambienti, anche là dove c’è rifiuto o indifferenza. Non si può trovare Cristo e non farlo conoscere agli altri. Pertanto non riservate Cristo solo per voi. Comunicate agli altri la gioia della vostra fede. Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ne ha bisogno certamente Dio". Facendo affidamento sugli insegnamenti di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (con diversi riferimenti al Concilio Vaticano II), la lettera si sviluppa su cinque filoni principali: la formazione umana, quella spirituale, la formazione nella dottrina cattolica, la formazione all'apostolato e quella professionale. Nella convinzione che
"il mondo oggi ha bisogno di donne e uomini che con la loro condotta quotidiana diano la testimonianza silenziosa ed eroica di tanti cristiani che vivono il Vangelo senza compromessi, compiendo il loro dovere" (link) la lettera invita a riflettere sulla formazione cristiana come cammino necessario per crescere nella fede. Come scrisse Giovanni Paolo II: «sempre più urgente si rivela oggi la formazione dottrinale dei fedeli laici, non solo per il naturale dinamismo di approfondimento della loro fede, ma anche per l’esigenza di “rendere ragione della speranza” che è in loro di fronte al mondo e ai suoi gravi e complessi problemi. Si rendono così assolutamente necessarie una sistematica azione di catechesi, da graduarsi in rapporto all’età e alle diverse situazioni di vita, e una più decisa promozione cristiana della cultura, come risposta agli eterni interrogativi che agitano l’uomo e la società d’oggi» (link al discorso). La lettera descrive così il senso della formazione cristiana che il Papa sta promuovendo con la sua azione infaticabile, e tratteggia lo spirito e le modalità con cui questa formazione è promossa dalle attività spirituali che la prelatura dell'Opus Dei offre a tanti cristiani interessati ad approfondire il proprio rapporto con Dio. Lo scopo è quello di cogliere pienamente l'invito di Benedetto XVI, all'inizio del suo ministero petrino:"non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi, dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con Lui". Per approfondire: vedi testo integrale della lettera.

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