Sono un educatore, lo faccio con una enorme passione.
Mi rendo conto sempre più come di giorno in giorno le "mutazioni" dei giovani sono piuttosto evidenti, con il conseguente scombussolamento interiore.
Qualcosa in loro sta cambiando, non è un mutamento solo esterno (più evidente ai più), ma anche dentro di loro (richiede sensibilità e attenzione, purtroppo ormai, rare).
I ragazzi si rendono conto che quello che si vede sulla superficie non esaurisce il "chi sono". Il solo occhio riflette la superficie, non il cuore. Ed io sono molto di più della mia superficie, ma il sentire la distanza fra la superficie e il "chi sono" provoca paura, solitudine, e certamente anche spaesamento.
Allora dico: niente paura! E' una fase di passaggio e come tutte le fasi è destinata a finire.
Una fase che richiede molto coraggio: il coraggio di non chiudersi in sè, ma di affrontare la realtà e scoprire, grazie alla realtà stessa (genitori, familiari, amici, amori, passioni, studio, impegno, interessi...), quale unica, irripetibile, meravigliosa storia sono venuto a raccontare... Questo lo dico sempre ai ragazzi: "Se non scopro me stesso (chi sono e che talenti ho), non potrò raccontare niente a nessuno".
L'adolescenza, un'età avvolta nel mistero. Un mistero fascinoso e doloroso allo stesso tempo. Un mistero che si apre al bene, al vero, al bello come non era successo prima e come, forse, non accadrà più.
L'adolescenza, questa potenza misteriosa, che entra nel cuore di un bambino che diventa uomo, di una bambina che diventa donna, fa paura, sconvolge e turba. Essa è il richiamo potente della realtà e della vita.
Questa forza misteriosa che trasforma e indirizza verso un percorso imprevedibile, rende i ragazzi fragili e sgomenti.
A noi educatori il compito di rassicurare e prestare la forza che a loro manca per essere pienamente se stessi e dire sì al richiamo della vita vera, buona, bella.
Accompagnare, indicando la strada, dando talvolta una pacca sulla spalla per incoraggiare!
Mi rendo conto sempre più come di giorno in giorno le "mutazioni" dei giovani sono piuttosto evidenti, con il conseguente scombussolamento interiore.
Qualcosa in loro sta cambiando, non è un mutamento solo esterno (più evidente ai più), ma anche dentro di loro (richiede sensibilità e attenzione, purtroppo ormai, rare).
I ragazzi si rendono conto che quello che si vede sulla superficie non esaurisce il "chi sono". Il solo occhio riflette la superficie, non il cuore. Ed io sono molto di più della mia superficie, ma il sentire la distanza fra la superficie e il "chi sono" provoca paura, solitudine, e certamente anche spaesamento.
Allora dico: niente paura! E' una fase di passaggio e come tutte le fasi è destinata a finire.
Una fase che richiede molto coraggio: il coraggio di non chiudersi in sè, ma di affrontare la realtà e scoprire, grazie alla realtà stessa (genitori, familiari, amici, amori, passioni, studio, impegno, interessi...), quale unica, irripetibile, meravigliosa storia sono venuto a raccontare... Questo lo dico sempre ai ragazzi: "Se non scopro me stesso (chi sono e che talenti ho), non potrò raccontare niente a nessuno".
L'adolescenza, un'età avvolta nel mistero. Un mistero fascinoso e doloroso allo stesso tempo. Un mistero che si apre al bene, al vero, al bello come non era successo prima e come, forse, non accadrà più.
L'adolescenza, questa potenza misteriosa, che entra nel cuore di un bambino che diventa uomo, di una bambina che diventa donna, fa paura, sconvolge e turba. Essa è il richiamo potente della realtà e della vita.
Questa forza misteriosa che trasforma e indirizza verso un percorso imprevedibile, rende i ragazzi fragili e sgomenti.
A noi educatori il compito di rassicurare e prestare la forza che a loro manca per essere pienamente se stessi e dire sì al richiamo della vita vera, buona, bella.
Accompagnare, indicando la strada, dando talvolta una pacca sulla spalla per incoraggiare!
Scrivo questo post per amor di verità...troppo sensibile sono a questo tema, e troppo soffro quando questo non vedo!
Coraggio ragazzi, affrontate la vita con i denti, ma allo stesso tempo con fiducia in voi! Siete grandi!
C'è chi non riesce a scoprire se stesso (chi è e che talenti ha), neanche a 40/50 anni ... quanto è importante, allora, aiutare tutti ad affrontare prima la realtà ... senza cui è difficile scoprirsi sul serio e dare al mondo qualcosa di vero!
RispondiEliminaGrazie, Ale ... come sempre.
Fabi