"Chi fa chiacchiere, uccide i fratelli" queste le paroel di Papa Bergoglio oggi nella cappella di Santa Marta.
"Gelosia ed invidia", con il loro seguito di pettegolezzi, non sono solo sentimenti antichi, ma si ripropongono "ogni giorno nel nostro cuore e nelle nostre comunità".
"Una comunità, una famiglia, viene distrutta per l'invidia che semina il diavolo nel cuore e fa che uno parli male dell'altro e così si distrugga". Ammonisce il Papa: "Mai uccidere il prossimo con la nostra lingua. Perchè sia pace in una comunità, in una famiglia, in un paese, nel mondo, dobbiamo essere con il Signore e dov'è il Signore non c'è invidia, non c'è la criminalità, non c'è l'odio, non ci sono le gelosie ma c'è fratellanza".
Effettivamente: non basta non fare il male nella vita, nella vita occorre fare il bene per essere felici. Ma proprio quando provi a fare il bene si svela il lato oscuro, incastrato da qualche parte nel cuore: egoismo, pigrizia, invidia, gelosia, dominio, disprezzo... Ma ammettere di essere così ci fa male e così fingiamo di essere "sani", di non avere bisogno di perdono.
Papa Francesco stigmatizza abitudini consolidate in base alle quali "il primo giorno si parla bene di chi viene da noi, il secondo non tanto, il terzo si incomincia a spettegolare e poi si finisce spellandolo" e accusa: "Quelli che in una comunità fanno chiacchiere sui fratelli, sui membri della comunità, vogliono uccidere", ricordando il versetto dell'apostolo Giovanni dove dice Quello che odia nel suo cuore suo fratello è un omicida. "Noi siamo abituati alle chiacchiere e ai pettegolezzi ma quante volte le nostre comunità e anche la nostra famiglia sono un inferno, dove si gestisce questa criminalità di uccidere il fratello e la sorella con la lingua!".
Quanto individualismo: invidie, paure, pettegolezzi, grazie Papa Francesco che ci porti a pensare!
"Gelosia ed invidia", con il loro seguito di pettegolezzi, non sono solo sentimenti antichi, ma si ripropongono "ogni giorno nel nostro cuore e nelle nostre comunità".
"Una comunità, una famiglia, viene distrutta per l'invidia che semina il diavolo nel cuore e fa che uno parli male dell'altro e così si distrugga". Ammonisce il Papa: "Mai uccidere il prossimo con la nostra lingua. Perchè sia pace in una comunità, in una famiglia, in un paese, nel mondo, dobbiamo essere con il Signore e dov'è il Signore non c'è invidia, non c'è la criminalità, non c'è l'odio, non ci sono le gelosie ma c'è fratellanza".
Effettivamente: non basta non fare il male nella vita, nella vita occorre fare il bene per essere felici. Ma proprio quando provi a fare il bene si svela il lato oscuro, incastrato da qualche parte nel cuore: egoismo, pigrizia, invidia, gelosia, dominio, disprezzo... Ma ammettere di essere così ci fa male e così fingiamo di essere "sani", di non avere bisogno di perdono.
Papa Francesco stigmatizza abitudini consolidate in base alle quali "il primo giorno si parla bene di chi viene da noi, il secondo non tanto, il terzo si incomincia a spettegolare e poi si finisce spellandolo" e accusa: "Quelli che in una comunità fanno chiacchiere sui fratelli, sui membri della comunità, vogliono uccidere", ricordando il versetto dell'apostolo Giovanni dove dice Quello che odia nel suo cuore suo fratello è un omicida. "Noi siamo abituati alle chiacchiere e ai pettegolezzi ma quante volte le nostre comunità e anche la nostra famiglia sono un inferno, dove si gestisce questa criminalità di uccidere il fratello e la sorella con la lingua!".
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