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Bud Spencer, quel “gigante buono”

Come non dedicare spazio all'amatissimo Bud, che andandosene in un mondo migliore ha lasciato il vuoto in ognuno di noi! Il cinema è in forte lutto, un lutto che però è un mix di tristezza e risa. Si perché non si può non ridere pensando a lui.

E' morto a 86 anni il grande Carlo Perdersoli, in arte Bud Spencer. Aspettava la morte e il giudizio di Dio “con dignità” e senza paura, perché “la nostra anima resta viva anche dopo aver lasciato la terra”.
Stima profonda per lui, parole così belle, mi fanno togliere il cappello di fronte ad una persona con un animo e una fede così elegante.

Bonario, ironico e generoso, era l'attore amatissimo in tutto il mondo, viveva a Roma con la moglie Maria Amato a cui è stato fedele più di 5 decenni : "Siamo sposati da 55 anni. Come abbiamo fatto a stare insieme così a lungo? Chiedete a lei come ha fatto a sopportarmi".Oggi, vedere gente del mondo dello spettacolo che ancora è fedele all'impegno preso con il partner, è una cosa che allarga il cuore.

"MIA MOGLIE MI HA SALVATO LA VITA"
La sua carriera è iniziata quando aveva 37 anni e molte vite alle spalle. Ha abitato in Sud America, lavorato come chimico, infranto record nello sport. Spinto da un unico desiderio: "Vedere cosa succedeva nel mondo. Non c’è posto dove non sia andato. A 14 anni sono diventato campione del mondo senior nel nuoto a rana. Poco dopo sono partito, sempre per curiosità: ho vissuto in Brasile e sono stato 3 anni senza mettere piede in acqua". Ma quella che doveva essere la fine di una carriera agonistica, per lui è stato solo un nuovo inizio: "Sono tornato in Italia e ho battuto il record dei 100 metri a nuoto in meno di un minuto. E sono arrivate le Olimpiadi". L’attore è stato anche "il più giovane universitario italiano. A 17 anni mi sono iscritto a Chimica. Andavo bene solo perché avevo una memoria incredibile" In quella sua vita così piena, il pensiero del cinema non lo sfiorava. Nonostante avesse già lavorato come comparsa, anzi "come generico, perché le comparse non parlano", in film come Quo Vadis? "Lo facevo solo per pagare l’università e odiando quel mondo. Mi veniva il nervoso. Dicevo: ma guarda tutti ‘sti caproni, per fare una scena ci mettono secoli". E nonostante fosse sposato con Maria Amato, figlia di un grande produttore: "Pensavo a tutto tranne che a recitare.
"Non sono il tipo di marito che porta a cena fuori la moglie e regala rose. Anche Il nostro viaggio di nozze è durato tre giorni...". E’ sempre stato un uomo libero. "Ma non sono mai andato nemmeno a prendere un caffé con un’attrice. Si può sbagliare, ma quando ti rendi conto che chi ti sta a fianco ti riempie la vita, allora la devi rispettare. Mai dire: lei, o lui, mi ama. Non è quello che conta e tanto non lo saprai mai. Io sono innamorato, questo so e questo mi rende felice. Come dichiarazione, al massimo, si può dire: Ti amo e grazie che esisti. E basta"

Vorrei riportare qui un brano di una intervista al Bud e alla moglie del Corriere della Sera del Gennaio 2015, in cui si dice:
«Non si è mai montato la testa», dice la moglie. Nemmeno per quei film, amati in tutto il mondo, con Terence Hill: «Anche l’altro giorno era da noi a mangiare. Gli è sempre piaciuto venire qui perché sua moglie lo teneva a stecchetto». Quando l’ha conosciuto, quale è stata la sua prima impressione? «Nessuna. Dovevo essere in coppia con un altro attore che la sera prima di girare si è fatto male e così è stato chiamato lui. Il destino. A differenza mia, aveva studiato per recitare. Mi chiedeva: come sto con il cappello così? E io: fa come te pare. Siamo l’unica coppia a non aver mai litigato. E proprio perché non c’era invidia siamo diventati amici». Anche per le avventure fuori dal set, come quella mentre giravano Più forte ragazzi: «Andavamo a mangiare in aereo, a dieci minuti di volo. Ogni giorno osservavo quello che faceva il pilota e una volta, quando tutti sono scesi, mi sono messo al suo posto e sono decollato. Non l’avevo mai fatto. Il produttore del film si voleva suicidare».

«Non ho avuto donne rivali, ma motori», annuisce la signora Amato. «Impazzisce per i motori. Abbiamo avuto anche un rimorchiatore: amava andare in cantiere, la puzza delle officine gli sembrava nettare». «Poi ho scambiato il rimorchiatore con un aeroplano». Lo guarda lei: «Sì lo so Carlo, è una triste storia». Si giudichi da solo: che marito è stato? «Ma che ne so?». Risponde lei: «Non classico, nel bene e nel male. E’ una persona per bene. La sua vita se l’è goduta abbondantemente. E’ stato fortunato e ha saputo correre onestamente la sua avventura». E come si giudica come persona? «Glielo dico dopo, quando mi chiama nostro Signore. Cambio di continuo per via delle mie curiosità. L’aldilà è tra queste. E se arrivo lì e non c’è niente... se arrivo lì e non c’è niente allora mi arrabbio».


OPERAIO E ATLETA

Oltre ai film che l’hanno consacrato assieme all’amico Mario Girotti, meglio noto come Terence Hill, nella vita Pedersoli ha fatto tante altre esperienze. Operaio in Brasile, olimpionico di nuoto, autore
per cantanti del calibro di Ornella Vanoni: ha fatto di tutto e in tutto ha avuto successo. «Mi sento fortunatissimo», commenta ripensando alle sue imprese. Bud – lo chiameremo così, con la familiarità che ci hanno regalato i 16 film cult con Terence Hill – è uno che non si è mai montato la testa. «Il più grande dono che mi ha dato Dio è la decenza». Proprio così: Bud parla di “decenza” e si rimane di stucco. Da uno che ha ricevuto il David di Donatello alla carriera tutto ci si aspetterebbe tranne che dicesse di sentirsi «un uomo decente». Ma in fondo Bud è proprio «uno per bene», come lui stesso si definisce. Ed è anche un uomo giusto: come quando nei suoi film, ad esempio in Io sto con gli ippopotami, le botte volavano e in abbondanza, ma solo per proteggere gli indifesi. E modesto, al punto di ammettere: «Ho fatto tante cose ma senza Dio non avrei fatto nulla. Ho un grande senso di gratitudine verso il Cielo».

“La vita non è nelle nostre mani. Prima o poi ci presenteremo di fronte al Padreterno, che sia quello cristiano o quello islamico. Non si può sfuggire. Da quando siamo nati, siamo in viaggio verso la morte”. Un uomo buono e, divertente.
I giornali riportavano la notizia che al capezzale c'erano i familiari, dai quali si è congedato con un “grazie”. Credo che sia la parola che condensa le emozioni che questo “gigante buono” del cinema italiano, protagonista assoluto del filone spaghetti western e icona divertente in coppia con Terence Hill, ha provato nella sua intensa vita.

LA FEDE

In questa persona buona, emerge il discernimento subentrato con l’avanzare degli anni, anche se lui preferiva parlare di “devozione” più che di saggezza. Leggete con me le sue parole: “Nella mia vecchiaia avanzata ho bisogno della religione, ho bisogno della fede. Credo in Dio, è ciò che mi salva – spiegava –. Invece mi sono reso conto che è il nulla ciò a cui prima attribuivo un grande valore: lo sport, dove volevo affermarmi, la popolarità”.

Anticonformista e schietto, lontano dalle ideologie alla moda a costo di venir bistrattato dai media di massa negli ultimi anni, non esitava inoltre ad affermare: “Chi si inorgoglisce per queste cose, chi insegue solo il successo, la fama, è un idiota”. Meglio allora riconoscersi figli, rivolgendo costantemente le proprie preghiere a Dio. In un’intervista al giornale tedesco Welt am Sonntag, l’attore italiano confidò di pregare molto.

Volgendo lo sguardo al passato, il vecchio Bud riusciva anche a fare un’analisi di sé stesso,
riconoscendo di aver compiuto “errori grossolani” con “le donne e gli amici”. La fede gli ha però insegnato che “sono altre le cose che contano”.

La semplicità e al contempo la grazia straordinaria di cominciare ogni giorno, ad esempio. “Sono sempre più appassionato della vita ogni giorno che passa, ma la morte non mi spaventa”, rifletteva Bud Spencer. “Perché – aggiungeva – credo che in realtà non si muore, e che la nostra anima sia viva anche dopo aver lasciato la terra”. Anzi, sono certo che la vita continua”.

Era felice di avere la consapevolezza che esiste un Dio Padre, che è anche giudice. Scriveva, pensando alla sua dipartita: “Intanto affronterò la morte, in ogni caso, con dignità e con la stessa dignità affronterò il giudizio di Dio”.

Credi quindi in una vita dopo la morte? «Assolutamente sì. C’è». Come immagini il tuo ultimo pasto prima della morte e con chi lo condivideresti? «Spaghetti. Con Gesù Cristo». (Bud ad un giornalista).

Adesso, più che tante parole, vorrei condividere con voi alcune delle immagini più belle del repertorio filmico del grande Bud! 

Ciao Amico!






Un affettuoso abbraccio va, oltre che ai famigliari di Pedersoli, anche a Terence Hill, alias Mario Girotti. che al Corriere della Sera ha detto "Ho perso il mio amico più caro, sono sconvolto"



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