In merito alla questione smartphone occorre uscire dalla sterile dialettica si-no, ma fare una riflessione più generale.
Preadolescenti, adolescenti e nuove tecnologie (che poi quanto saranno ancora nuove? Si parla di nuove tecnologie da anni): succede in parte come con le bibite gassate e zuccherate. Negli Stati Uniti, anche per l’assunzione di queste bevande, una notevole percentuale di bambini tra i cinque e i dieci anni "ha danneggiato i propri ricettori cellulari di insulina e sviluppato il diabete di tipo 2, come vent’anni fa avveniva ai 60-70enni. Non solo: l’iperglicemia nel sangue ha ripercussioni sul sistema nervoso centrale. È sbagliato, dunque, avere a disposizione bibite così piacevoli? No, ma bisognerebbe farne un uso regolato dagli adulti". (Alberto Pellai: psicoterapeuta)
Del resto, nemmeno noi adulti siamo indenni dalla smartphone-dipendenza. Se ci accorgiamo di essere usciti di casa senza cellulare, torniamo a prenderlo, perché senza, magari, non ricordiamo neanche un numero di telefono. La tecnologia ha aggiunto, dunque, ma ha anche tolto funzioni, che non sappiamo più mettere in gioco. E questo è tanto più grave se succede ai preadolescenti.
Del resto, nemmeno noi adulti siamo indenni dalla smartphone-dipendenza. Se ci accorgiamo di essere usciti di casa senza cellulare, torniamo a prenderlo, perché senza, magari, non ricordiamo neanche un numero di telefono. La tecnologia ha aggiunto, dunque, ma ha anche tolto funzioni, che non sappiamo più mettere in gioco. E questo è tanto più grave se succede ai preadolescenti.
In questo breve video Simon Sinek fa un' interessante riflessione sulla questione dei Millennials.
Buona visone:
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